poesia
Ursini vince premio Peluso
Giunto alla ottava edizione, il premio “Umile Francesco Peluso” si conferma come uno dei più seguiti concorsi letterari di poesia, in lingua e in dialetto. E ciò grazie alla prestigiosa giuria che Myriam Peluso riesce a comporre, inserendo personalità di assoluto rilievo nel panorama della cultura cosentina.
Il premio, insomma, - istituito per ricordare il senatore del PCI Umile Peluso, nato a Luzzi nel 1915 e deceduto a Paola nel 2013 - continua la sua ascesa per la serietà con cui ogni giurato valuta le opere presentate a concorso, premiando sempre le migliori, senza farsi condizionare da chicchessia.
A vincere l’edizione di quest’anno, la cui premiazione si terrà domani 30 ottobre, a partire dalle ore 17:30, presso la Galleria “Le Muse” di Cosenza, è stato Vincenzo Ursini, con la lirica “Tristezze vagabonde”. Autore catanzarese molto noto negli ambienti culturali italiani per essere anche il presidente dell’Accademia dei Bronzi, associazione con la quale organizza il premio “Alda Merini”, Ursini si è affermato anche nella sezione dedicata ad Alessandro Peluso - fratello di Myriam e poeta anche lui - con la lirica “Vieni, Signore!”.
Ai posti di onore, per la sezione “poesia in lingua”, si sono classificati: Maria Francesca Furfaro (Roma), con la lirica “Libertà assassina” e Pasquale Addisi (Milano), con “Il viandante nel tempo”.
Il premio riservato alla “sezione dialettale” è stato assegnato a Carla Curcio, per la lirica “Cchi dè la libertà”. Seguono nell’ordine i poeti: Maria Luigia Campolongo, con la lirica “Suonni” e Salvatore Gazzara, con la lirica “Sirrata ‘ntra quattru mura”.
Nel corso della premiazione sarà presentata la scultura dedicata al senatore Peluso, realizzata dal Maestro Mario Moltalto.
“Dal ricordo dell’infanzia, passata a giocare fra divertimenti improvvisati e difficoltà di una condizione non agiata - scrive Alessandro Randone - nella lirica “Tristezze vagabonde” emerge un rapporto conflittuale, fatto di momenti estremi, nei quali il giovane si lascia andare a desideri di rivalsa nei confronti del genitore, espressi in forma di turpi preghiere. Tutto ciò fino al momento in cui il genitore muore prematuramente, lasciando nel figlio il desiderio del contatto con le sue mani, così forti e ruvide nel trasmettere le proprie carezze, eredi di un’epoca dai tratti eroici”.
Oltre al professore Antonio D’Elia, presidente dell’Accademia Cosentina e presidente onorario del concorso, della giuria hanno fatto parte, nella qualità di presidenti delle tre diverse sezioni, la professoressa Ada Tucci, l’onorevole professore Massimo Veltri e il poeta Ciccio De Rose, coadiuvati da Armando Algieri, onorevole, Maria Lucente, psicologa, Maria Rosa Vuono, giornalista e operatrice socio-culturale, Marilena Cerzoso, direttore del Museo dei Bretti e degli Enotri, Giuseppe R. Succurro, presidente del Centro internazionale di Studi Gioachiniti, Maria Virginia Basile, docente, Franco Mollo, giornalista, Sonia Vivona, poetessa e Carlo Spartaco Capogreco, storico e docente Università della Calabria.
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